lunedì 16 novembre 2009

LA ROSA DEI VENTI



I venti sono generati da movimenti di masse d'aria,prevalentemente orizzontali,dovuti alla differenza di pressione atmosferica tra due luoghi adiacenti a differente temperatura.
Semplificando,si puo' affermare che l'aria piu' fredda e' piu' densa (pressione piu' alta) mentre quella piu' calda lo e' di meno (pressione piu' bassa). Pertanto,dalla zona di alta pressione l'aria tendera' a muoversi verso la zona di bassa pressione generando il vento. La forza del vento e' funzione del "gradiente barico",il cui valore e' determinato dal rapporto tra la differenza di pressione tra due punti e la loro distanza.

Il vento non e' quindi altro che il movimento di una massa d'aria ed esso continua a soffiare fintanto che l'equilibrio pressorio non si e' ristabilito (gradiente barico = 0).
Detto questo risulta facile comprendere come la zona di bassa pressione sara' sempre una zona perturbata mentre nella zona di alta pressione si avra' generalmente tempo buono o tendente al buono.
Lo spostamento delle masse d'aria da un luogo all'altro non e' mai rettilineo poiche' e' influenzato da altre forze quali:
- Forza Derivante (o di Cariolis),dovuta alla rotazione della terra;
- Forza d' Attrito,che rallenta il movimento dell'aria in vicinanza del suolo;
- Forza Centrifuga,dovuta alla curvatura del fronte di alta pressione.
E' molto importante tenere presente che,attorno ad una zona di bassa pressione (ciclonica),i venti ruotano in senso antiorario convergendo verso il centro mentre attorno ad una zona di alta pressione (anticiclonica) ruotano in senso orario divergendo verso l'esterno. Quanto detto vale per il nostro emisfero (emisfero Nord o Boreale),mentre si verifica esattamente il contrario nell'emisfero Sud (emisfero Australe).
I venti a seconda della loro provenienza assumono particolari denominazioni che variano nei vari punti del Globo.
Quelle nell'illustrazione sono le denominazioni del bacino Mediterraneo.
La misura del vento si misura generalmente in nodi (piu' raramente in metri al secondo od in chilometri all'ora).
Lo si rappresenta con una freccia indicante la sua provenienza ,con alcune lineette o piccole punte poste sulla parte terminale della freccia ad indicarne la velocita'.

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domenica 15 novembre 2009

CONSIGLI UTILI PER LA SCELTA E LA MANUTENZIONE DELLE TUE CIME






SCELTA DEL DIAMETRO: la prima azione che l'operatore deve eseguire eseguire e' la scelta del diametro che deve essere adeguato agli sforzi da sostenere (carico di rottura) e dimensionato agli strumenti meccanici,punti di passaggio nei winches,dissipatori di energia e bozzelli che si intendono utilizzare. Per sicurezza il carico di lavoro deve essere almeno un settimo del carico di rottura.
CONTROLLO VISIVO: ogni volta che si utilizza una cima e' buona regola controllare l'effettivo stato dell'usura.Dopo i primi utilizzi si forma una leggera peluria che deve essere uniforme per tutta la lunghezza.Se si notano abrasioni o leggere aperture della calza esterna,la cima va sostituita.Gli scorrimenti sui perni generano calore che colano sulla Vostra cima; Per evitare danneggiamenti permanenti utilizzare sempre il diametro maggiore possibile della cima o aumentare il diametro della puleggia di lavoro.Una buona abitudine e' usare pulegge con diametro 5/6 volte quello della cima.
UNA CIMA BAGNATA: fate attenzione alle cime bagnate:sono senza dubbio ammorbidite e quindi molto piu' delicate e si usurano prima. Inoltre,ritenendo acqua nelle fibre, queste lavorano in modo indipendente,col risultato di una leggera perdita di tenacita'. Nell'acqua di mare i cristalli di sale hanno l'effetto abrasivo,percio' si raccomanda di lavarla in acqua dolce periodicamente.
EVITARE USURE INUTILI: proteggere le cime dai bordi taglienti,angoli vivi,superfici ruvide e dure: la vostra cima tanto piu' e' flessibile tanto piu' e' delicata.Percio' se pensate di utilizzarla per impieghi estremi essa deve avere una rigidita' superiore alla norma. Non utilizzate cime troppo morbide al tatto,potrebbero danneggiarsi al primo utilizzo o causare gravi problemi d'uso.I trattamenti antiusura richiedono sempre l'utilizzo di calore: nei forni vengono applicate resine al teflon o semplici resine siliconiche colorate a base d'acqua; tuttavia questo riduce la possibilita' di assorbire gli shock da carico e influisce sulla elasticita' della cima.Sotto carico lo sfregamento tra due cime genere una grande quantita' di calore e deve essere sempre evitato. Se dopo avere subito delle sollecitazioni improvvise constatate un forte indurimento della cima senza particolari danni alla calza esterna,sostitute immediatamente,voi avete una calza interna completamente colata dal calore generato,questa e' una situazione di grave pericolo per persone e cose. La cima va sostituita con una di dimensioni maggiori e piu' elastica,meglio ancora utilizzatene una di lunghezza maggiore.
PRIMO UTILIZZO: al primo utilizzo si osservera' un normale accorciamento del 3-5% cui corrisponde un aumento del diametro complessivo. Questo evento del tutto normale puo' accompagnarsi alla formazione di un anomalo ingrossamento della parte terminale della cima,dovuto allo scorrimento tra la calza interna e le calza esterna,in questo caso conviene tagliare la coda della cima e richiuderla convenientemente con una cimatura o una saldatura a caldo che eviti lo sfilacciamento. L'immersine in acqua comporta sempre dopo l'asciugatura un normale rientro del 2-3%,(il poliestere subisce un ritiro piu' accentuato) e anche l'influsso di aria molto calda provoca un moderato ritiro della fibra. Le cime ritorte a tre capi sono piu' compatte e adatte per gli usi gravosi. Tuttavia essendo tutte ritorte in senso antiorario "Z" occorre evitare nel loro svolgimento la formazione di asole. Per l'uso in condizioni estreme con temperature esterne inferiori a - 20 gradi occore eseguire un trattamento antighiaccio,la cima verra' resa idrorepellente con una resina apposita. A temperature superiori a 80-90 gradi diminuiscono fortemente le prestazioni meccaniche.
CONSERVAZIONE: le cime sono dei polimeri e temono la luce e il calore. Vanno conservate al riparo da luce e fonti di calore ancorche' modeste. Anche se il punto di fusione del polipropilene e' di 165 gradi e per il poliestere e' di 225 gradi,l'esposizione prolungata anche a temperature non eccessivamente alte,provoca alterazioni chimiche consistenti.
PULIZIA: le cime hanno la medesima composizione chimica dei piu' comuni capi di abbigliamento: possono essere lavate con i piu' comuni detersivi,meglio un lavaggio a freddo,a mano,e in acqua tiepida. L'asciugatura va effetuata con aria a temperatura ambiente. Le cime temono tutti i solventi e gli acidi in genere,benzine,ecc.,tuttavia si possono utilizzare i normali smacchiatori per indumenti,avendo l'accortezza di sciacquare abbondantemente dopo l'uso.
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